I disturbi dell’umore, così’ come definiti dai principali manuali diagnostici (DSM IV TR e ICD 10) sono una categoria di disturbi in cui la manifestazione più evidente è una alterazione del tono dell’umore.
Possono essere di stampo depressivo, nel caso in cui la persona viva sentimenti di tristezza, vuoto, sconforto, mancanza di interesse e di desiderio, oppure di tipo bipolare, se nella persona oscillano in modo più o meno rapido, sentimenti di tipo depressivo e manifestazioni di eccitamento maniacale o ipomaniacale. Si manifestano solitamente anche alterazioni del sonno (insonnia o letargia), mancanza di appetito o iperfagia e una notevole compromissione del normale funzionamento sociale e lavorativo fino ad arrivare alla perdita di motivazione nei confronti della vita.
Esistono diverse tipologie di disturbi dell’umore che si differenziano per la durata dei sintomi, la gravità dei sintomi e la presenza o meno di episodi maniacali o ipomaniacali e la frequenza delle oscillazioni di umore.
Il Disturbo Depressivo Maggiore è caratterizzato da uno o più Episodi Depressivi Maggiori (per almeno due settimane umore depresso o perdita di interesse, accompagnati da almeno altri quattro sintomi depressivi).
Il Disturbo Distimico è caratterizzato dalla presenza per almeno due anni di umore depresso quasi ogni giorno, accompagnato da altri sintomi depressivi.
Il Disturbo Bipolare è caratterizzato da uno o più Episodi Maniacali o Misti, solitamente accompagnati da Episodi Depressivi Maggiori.
Il Disturbo Ciclotimico è caratterizzato dalla presenza, per almeno due anni, di numerosi periodi con sintomi maniacali e di numerosi periodi con sintomi depressivi
Le persone che soffrono di disturbi dell’umore costituiscono circa il 30% delle persone che richiedono un aiuto psicologico. Oltre ad un intervento psicoterapeutico può essere opportuno intervenire farmacologicamente per ridurre i sintomi e permettere alla persona di avere le energie necessarie ad intraprendere un lavoro psicologico su di sé.