psicologo Bologna PsicoBologna D.ssa Vanessa Mele - disturbo ossessivo compulsivo

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Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)

Il termine ossessioni viene utilizzato nel linguaggio comune per indicare un pensiero che con insistenza si presenta alla nostra mente.  In certe situazioni è comunque normale avere la mente occupata da certe preoccupazioni, come ad esempio nel caso che un nostro familiare abbia un problema di salute o nel caso di una spesa improvvisa che dobbiamo fare. La differenza tra ossessioni e  normali preoccupazioni  è che queste ultime sono paure fondate e legate a problemi reali di vita quotidiana.
Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è uno dei disturbi d’ansia più frequenti ed è caratterizzato da pensieri, immagini o impulsi ricorrenti che suscitano ansia e obbligano la persona a mettere in atto azioni ripetitive, concrete o mentali. Nell’80% dei casi si presentano sia ossessioni sia compulsioni, nel 20% dei casi si hanno solo ossessioni o solo compulsioni.

Questo disturbo colpisce dal 2 al 3% della popolazione.  Può infatti manifestarsi sia negli uomini sia nelle donne, indifferentemente, e può esordire nell’infanzia, nell’adolescenza o nella prima età adulta.
L’età tipica in cui compare più frequentemente è tra i 6 e i 15 anni nei maschi e tra i 20 e i 29 nelle donne. I primi sintomi si manifestano nella maggior parte dei casi prima dei 25 anni (il 15% ha esordio intorno ai 10 anni) e in bassissima percentuale dopo i 40 anni.

Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato da pensieri, immagini o impulsi ricorrenti che innescano ansia e “obbligano” la persona ad attuare azioni ripetitive materiali o mentali, che nel gergo comune vengono spesso definite “fissazioni” o “manie”.

Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi, ripetitivi, percepiti come incontrollabili da chi li sperimenta e che si manifestano ripetutamente nella mente di una persona, che li percepisce come sgradevoli e disturbanti. Tali idee sono sentite come disturbanti e solitamente giudicate come infondate o eccessive

Cosa sono le ossessioni? Sono pensieri, immagini mentali o impulsi che si manifestano ripetutamente nella mente di una persona e che sono percepiti come sgradevoli, intrusivi e alquanto disturbanti, al punto che in molti casi, chi soffre di questo disturbo, si sente  costretto a mettere in atto una serie di comportamenti ripetitivi o azioni mentali per diminuire il senso di disagio che provano.

Le ossessioni sono spesso di natura bizzarra e le persone che ne soffrono sono consapevoli della loro esagerazione, ma a volte il livello d’ansia è così elevato da non permettere di rendersi conto che si tratta di preoccupazioni irrazionali o eccessive.

Il contenuto di questi pensieri può essere di varia natura e andare dalla paura di essere contaminati, alla preoccupazione di perdere il controllo e poter fare male a qualcuno.

Le compulsioni, chiamate anche “rituali” sono invece  comportamenti ripetitivi (es. lavarsi le mani, controllare se di avere chiuso la porta di casa o il gas, riordinare) o delle azioni mentali (es. pregare, contare, ripetere formule superstiziose),  che la persone mette in atto nel tentativo di ridurre il disagio e l’ansia provocati dai pensieri ossessivi. La sensazione di sollievo che ne deriva ha comunque una durata molto limitata nel tempo.

Le modalità in cui questo disturbo si manifesta possono variare molto da persona a persona. Sono state individuate alcune categorie, sulla base della natura dei pensieri ossessivi:

  1. Disturbo ossessivo-compulsivo da contaminazione: le persone che ne soffrono hanno la paura persistente di poter essere sporcati o contaminati se entrano in contatto con alcune sostanze, come ad esempio escrementi, secrezioni del corpo, carne cruda, cassonetti, saponi, solventi… Si possono avere timori anche di sporcizia relativa a tossicodipendenti, senza-tetto. Le persone, per evitare di provare la sensazione di contaminazione, si sentono quindi costrette ad evitare di frequentare determinati luoghi per evitare il contagio, bagni pubblici, giardini, stazioni ferroviarie, supermercati…Nel caso di un contatto, reale o presunto, viene messa in atto una serie di procedure (compulsioni) per lavarsi o disinfettarsi, rituali che possono durare pochi minuti ma anche alcune ore fino ad arrivare a coinvolgere gran parte della giornata. 
  1. Disturbo ossessivo-compulsivo da controllo: sono ossessioni e compulsioni che implicano il bisogno di controllare ripetutamente e senza necessità , con lo scopo di riparare o prevenire gravi disgrazie o incidenti. Ad esempio rientrano in questa categoria sintomi come controllare di avere chiuso porte e finestre di casa, di avere spento le luci, di avere chiuso il gas o spento i fornelli, non avere investito qualcuno con la macchina…Spesso i familiari sono coinvolti tramite richieste di rassicurazione o perché viene chiesto loro di effettuare i controlli al posto della persona.
  1. Disturbo ossessivo-compulsivo da superstizione: chi soffre di questo disturbo ritiene che compiere determinate azioni, pronunciare certi numero, vedere o non vedere determinati oggetti possa determinare l’esito degli eventi. Ad esempio ci sono persone che se sentono il suono di una sirena dell’ambulanza, vedono un carro funebre o sentono pronunciare determinate parole (ad esempio la parola morte, diavolo…) mentre stanno compiendo una determinata azione, devono poi ripeterla un determinato numero di volte per neutralizzare l’effetto negativo associato a quella determinata parola o suono. E’ immaginabile come chi soffre di questo disturbo viva intensi stati di paura terrore nei confronti di ciò che può accadere e teme spesso che possano capitare cose negative a sé o alle persone vicine.
  2. Disturbo ossessivo-compulsivo da ordine e simmetria: ci sono persone che sentono l’assoluto bisogno di disporre gli oggetti in modo ordinato e simmetrico, per scacciare la spiacevole sensazione che ci sia “qualcosa che non va” e possono passare ore a disporre secondo una determinata logica (grandezza, colore…) oggetti quali libri, penne, abiti. Questi rituali possono riguardare anche la propria persona e questo comporta che chi soffre di questo problema possa passare ore davanti allo specchio nel tentativo di “mettersi in ordine”.
  1. Disturbo ossessivo-compulsivo da accumulo accaparramento: le persone che soffrono di questo disturbo hanno la tendenza a non buttare via nulla e ad accumulare oggetti “insignificanti”, che raccolgono anche per strada o dai bidoni della spazzatura (sigarette, lattine vuote, riviste vecchie…) con l’idea che un giorno potranno essere utile. Spesso lo spazio occupato da queste collezioni diventa significativo all’ interno delle abitazioni costringendo chi ne soffre e spesso anche i familiari a sacrificare una parte importante dei propri ambienti di vita.
  1. Ossessioni pure: Ci sono persone che non sentono la necessità di mettere in atto rituali, ma hanno solamente pensieri o immagini riferite a scene in cui stanno attuando comportamenti inaccettabili o indesiderati, pericolosi o socialmente sconvenienti (bestemmiare, aggredire qualcuno, tradire il partner, fare male a se stessi o ad altre persone…). Queste persone non hanno compulsioni, ma possono passare molte ore a rimuginare su tali pensieri.

Le paure e le preoccupazioni che vive chi soffre di questo disturbo spesso portano la persona ad evitare determinate situazioni potenzialmente in grado di scatenare questi pensieri. Questa modalità di reazione però può portare la persona a ritirarsi sempre di più dalle attività della vita quotidiana fino ad arrivare ad una seria compromissione dell’attività scolastica, lavorativa, e sociale.

Può capitare a tutti in certe circostanze o situazioni avere pensieri disturbanti o irrazionali, come temere di non avere chiuso la porta di casa o di non avere spento il fornello, anche se ci rendiamo conto della esagerazione di tali preoccupazioni. La natura delle ossessioni patologiche si differenzia dai normali pensieri intrusivi non per la qualità delle fantasie, ma per la quantità.

E’ ipotizzabile pensare che una persona soffra di questo tipo di disturbo se le ossessioni o le compulsioni causano un marcato disagio, fanno consumare più di 1 ora al giorno, o interferiscono significativamente con le normali abitudini della persona, con il funzionamento lavorativo (o scolastico), o con le attività o relazioni sociali usuali.

Il trattamento di questi disturbi può prevedere anche l’utilizzo di farmaci. E’ comunque fortemente indicato un percorso terapeutico.