Il virus della rabbia | Mele Vanessa Psicoterapeuta Anzola Valsamoggia

Il virus della rabbia


La rabbia è un’emozione che, in questo periodo, è molto frequente sperimentare.

Possiamo percepirla direttamente, perché la viviamo noi stessi. Possiamo ritrovarla nei comportamenti di chi vive con noi e con cui condividiamo non solo lo spazio abitativo, ma anche quello emotivo. Oppure possiamo ascoltarla nei racconti dei nostri amici o parenti, con cui manteniamo relazioni a distanza.  

Vediamo dunque come si manifesta, il perchè e quali sono alcune strategie per gestirla.

Innanzitutto che cosa è la rabbia?

La rabbia è una delle emozioni primordiali, innate, che deriva dall’istinto di difendersi. Nel suo intento è quindi funzionale alla nostra sopravvivenza, perché ci attiva in modo da permetterci di sopravvivere all’ambiente circostante, ad esempio attraverso reazioni di attacco o fuga. Oppure ci consente di proteggere il nostro territorio dal nemico, proprio come fanno gli animali.

Questo era sicuramente vero per i nostri antenati e continua ad esserlo in parte anche oggi. Quando? Ad esempio in situazioni gravi in cui è veramente messa in pericolo la nostra incolumità fisica, per cui è necessario attivare una reazione del tipo attacco o fuga (un incendio, un terremoto, un attacco terroristico…).

Nella maggior parte delle situazioni in cui ci troviamo quotidianamente però, per fortuna, non siamo sottoposti a simili condizioni di pericolo.

Ma perchè ci arrabbiamo oggi?

Le minacce e i pericoli concreti che impegnavano le giornate dei nostri antenati, si sono trasformate oggi in minacce e pericoli più astratti. Ad esempio mi posso sentire minacciato nella mia autostima, posso sentirmi vittima di un’ingiustizia o privato di una mia libertà.

Ciò che sembra avere un certo peso nell’attivare questa reazione è la percezione che qualcosa o qualcuno si frapponga tra noi e la realizzazione di un nostro desiderio o bisogno. Ed aumenta ulteriormente se si pensa che lo faccia intenzionalmente. Chi si arrabbia di più, inoltre, tende a interpretare gli eventi come negativi per se stesso.

Se ci focalizziamo, quindi, sulle circostanze attuali, è evidente come stiamo vivendo quotidianamente (e direi inevitabilmente, a causa dell’epidemia in corso) frustrazioni a quelli che abbiamo sempre considerato bisogni e quindi diritti irrinunciabili.

Non possiamo uscire se non in casi di estrema necessità, non ci possiamo avvicinare agli altri, niente passeggiate, niente svaghi all’aperto, non possiamo vedere gli amici se non a distanza (e potrei continuare ad oltranza). Anche lavorare diventa difficile, per alcuni impossibile e questo può accrescere la percezione di un vissuto di danneggiamento causato da un agente esterno.

La causa di queste rigide restrizioni è, però, un nemico invisibile, su cui, direttamente, non abbiamo nessun tipo di controllo e verso il quale le reazioni primordiali di attacco e fuga non sortiscono nessun effetto benefico, anzi!

Dal punto di vista biologico, comunque, noi ci attiviamo lo stesso! Ecco allora che corriamo il rischio di rivolgere questa energia in modo distruttivo contro il mondo esterno, contro chi ci sta vicino o addirittura contro di noi.

Come possiamo sfruttare l’energia che la rabbia produce?

1. intanto è bene riconoscere questa emozione quando arriva. Pensiamo a dove la percepiamo nel nostro corpo: nella testa? Nelle mani? Cerchiamo di riconoscere quali reazioni provoca: ci fa tremare? Ci fa sentire caldo? Riconoscerla ci aiuta a dare un nome al malessere che avvertiamo, causato dalla rottura del nostro equilibrio interno.

2. è importante sapere che la rabbia è un’emozione molto intensa, ma transitoria. Si attiva, cresce fino a che può diventare anche vera e propria collera, ma poi inizia a calare, fino a trasformarsi in fastidio o leggera irritazione;

3. spesso la rabbia nasconde un vissuto di dolore e dispiacere (ad esempio per la perdita di qualcosa o qualcuno). Riconoscerlo può aiutarci a diventare più consapevoli dei nostri bisogni, dei nostri valori e ci permette anche di essere più autentici con noi stessi;

4. sfruttiamo l’energia che deriva dalla rabbia come spinta per dirigerla verso un nostro obiettivo e trasformarla così in possibilità di azione. Sfruttare è diverso da sfogare!

5. ricerchiamo e prestiamo attenzione anche alle emozioni positive. Gioia, sorpresa, interesse, orgoglio per qualcosa che siamo riusciti a fare, speranza, sono emozioni che possono arricchire le nostre giornate, che ci permettono di distrarci e, perché no, anche di sorridere!

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