Paura e Panico | D.ssa Mele Vanessa Psicologa Valsamoggia Calcara

Paura e panico: come si presenta e come si può gestire un disturbo di panico?


Paura e Panico
Vi è mai capitato di avere una improvvisa e fortissima paura di perdere il controllo, di impazzire o di morire? Magari accompagnate dalla sensazione di non appartenere ala realtà circostante o di osservarvi dall’esterno?

Se la risposta è sì molto probabilmente avete avuto un attacco di panico.

I sintomi più comuni che si presentano nel corso di un attacco di panico, oltre a quelli già descritti, sono:

  • Capogiri
  • formicolii in qualche parte del corpo, difficoltà a respirare
  • aumento della sudorazione o brividi
  • nausea, tachicardia
  • tremori

Un attacco di panico ha un’insorgenza improvvisa e raggiuge il suo picco entro pochi minuti per poi andare man mano diminuendo di intensità.

Tuttavia, il suo carattere improvviso porta spesso chi soffre di questo problema a sentirsi molto vulnerabile e ad evitare situazioni o luoghi in cui si possa sentire troppo esposto o senza una via di fuga (concerti, file, supermercati…). Il timore è infatti di mostrare a tutti la propria “debolezza” se dovesse scatenarsi un attacco. Per questo motivo il disturbo di panico si può presentare anche correlato ad un altro disturbo d’ansia, chiamato Agorafobia.

Per fare diagnosi di disturbo da panico, secondo il DSM V è necessario che siano soddisfatti i seguenti criteri.

Devono presentarsi ricorrenti attacchi di panico (non è sufficiente averne provato solo uno) e almeno uno di questi episodi deve essere seguito da un mese o più in cui la persona vive una preoccupazione persistente di avere altri attacchi. Inoltre, deve esserci una significativa modificazione del comportamento correlata agli attacchi di panico. Ad esempio evitare luoghi o situazioni che si pensa potrebbero favorire la comparsa di un attacco (come fare attività fisica o andare al supermercato)

Quali soluzioni trova chi soffre di questo disturbo?

Di solito chi soffre di disturbo di panico mette in atto delle soluzioni che, se nell’immediato danno la sensazione di alleviare il disagio, a lungo termine portano a complicare ed aggravare il problema.

Vediamole insieme:

Evitare le situazioni potenzialmente rischiose.

Molte persone con disturbo di panico cominciano a restringere sempre di più la loro zona di confort per sentirsi al sicuro. Questo però con il tempo rischia di diventare un meccanismo fortemente disfunzionale: non si va più al supermercato e ci si fa portare la spesa a casa; non si prendono più mezzi pubblici, non si frequentano più cinema, teatri e si smette di andare ai concerti. Il cerchio si stringe sempre di più finchè le persone possono non riuscire più ad uscire di casa.

Fondamentale è invece affrontare fin da subito le proprie paure, magari gradualmente e con l’aiuto di un professionista che possa guidare in questo percorso. L’obiettivo è affrontare ciò che ci spaventa perché è dalla paura affrontata che deriva il coraggio.

Farsi accompagnare da un amico

Se da un lato è molto rassicurante farsi aiutare da un amico o da un familiare che ci accompagna e ci aiuta ad affrontare ciò che ci spaventa, anche questa soluzione presenta una trappola. Infatti, in questo modo, si rafforza in noi l’idea che non siamo in grado di farcela da soli. Più ci affidiamo alle cure e all’aiuto dei nostri cari e meno ci alleniamo a camminare da soli.

Altre strategie che si possono apprendere per la gestione di questo disturbo riguardano:

  1. riconoscimento gestione dei sintomi iniziali
  2. esercizi di rilassamento per la gestione del respiro
  3. interventi informativi: come funzionano a livello fisiologico e che non sono pericolosi per la salute fisica

Fondamentale è intervenire sui meccanismi che spesso contribuiscono a mantenere il disturbo, ricordando che l’evitamento è il nemico più ostico da combattere.

Voglio concludere citando le parole di F. Pessoa che sembrano scritte proprio pensando a questo disturbo:

Porto addosso tutto il peso delle battaglie che non ho combattuto

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