Rabbia: istruzioni per l'uso | Psicologa Anzola Calcara Valsamoggia- Mele

Rabbia: istruzioni per l’uso


Rabbia: istruzioni per l’uso.
La rabbia è l’emozione che fra tutte tendiamo a reprimere maggiormente e nella nostra società è considerata in modo piuttosto negativo. Di solito la associamo a immagini di distruzione, di aggressività e, perché no, anche di violenza.

Ma che funzione ha la rabbia? Vediamo un po’ più da vicino questa emozione per riconoscerne il senso e anche la sua utilità.

La rabbia è una delle emozioni  cosiddette “primarie”,  cioè è innata e comune a tutte le culture.  E’ quindi  importante considerarla per il significato che ha rispetto alla nostra sopravvivenza. Infatti, è funzionale in situazioni in cui ci sentiamo attaccati e ci spinge ad agire per difenderci.

Come reagiamo alla rabbia?

Ognuno di noi ha un proprio modo di regire alle situazioni di rabbia. C’è chi la nega, evitando di pensare a ciò che lo ha fatto arrabbiare.

Altri tengono tutto dentro e si logorano per questo.

C’è, infine, chi esplode con parole o comportamenti il più delle volte distruttivi rispetto all’obiettivo da raggiungere. Le reazioni possono essere molto estreme come aggredire o ferire l’altra persona, verbalmente o fisicamente.

Nessuna di queste modalità è davvero funzionale né ci aiuta a sfruttare al meglio la straordinaria energia che deriva dallo stato di attivazione che la rabbia ci provoca.

Osserviamo più da vicino cosa accade dentro di noi quando ci arrabbiamo, per scoprire che la rabbia può aiutarci a costruire invece che distruggere.

Siamo sicuri di sapere qual è il vero fattore scatenante della nostra rabbia? E’ importantissimo, infatti, imparare a riconoscere e a distinguere causa e stimolo della rabbia.

Noi non ci arrabbiamo mai per qualcosa che qualcun altro ha detto o fatto. Ciò che un altro fa o dice può essere uno stimolo per la mia rabbia, ma non la causa diretta. Lo stimolo è infatti qualcosa che produce in me un’emozione legata a un mio bisogno.

Facciamo un esempio: dico al mio fidanzato che vorrei fare un week end al mare e lui dice di no, perché in quel week end c’è il Gran Premio e non vuole perderselo.  Allora io mi arrabbio. Ma mi arrabbio perché lui mi ha detto di no oppure perché un mio bisogno non è stato soddisfatto? Può essere un bisogno di compagnia, di sentirmi corteggiata, valorizzata…ognuno ha i propri bisogni. Ma la cosa fondamentale da sottolineare è che la causa della rabbia va cercata nel nostro modo di pensare, non nel comportamento degli altri. Questo perchè siamo noi i responsabili dei nostri sentimenti, non gli altri.

Questo esempio può essere esteso a qualsiasi situazione:  durante un esame prendo un voto che non mi soddisfa, così mi arrabbio (anche se non glielo dirò in faccia) con il professore. Probabilmente  però la rabbia è legata al fatto che non mi sono sentito valorizzato, riconosciuto nelle mie competenze, apprezzato per quello che valgo…

Insomma, la rabbia è la risposta a uno stato di frustrazione, in cui un nostro bisogno non viene soddisfatto.  Ed’ è su questo che dobbiamo concentrarci!

Come possiamo allora imparare a cambiare la nostra prospettiva sulla rabbia in modo da sfruttarla al meglio e utilizzarla per raggiungere i nostri obiettivi?

Una tecnica, che possiamo usare in una fase iniziale, in cui siamo ancora molto attivati da questa emozione è quella di scrivere una lettera alla persona con cui siamo arrabbiati. In questa lettera è importante che tiriamo fuori tutto ciò che sentiamo, anche utilizzando un linguaggio forte se necessario. Poi dobbiamo strappare la lattera evitando di rileggerla per non riappropiarci del “veleno” che abbiamo buttato suk foglio.

Altri interessanti spunti di riflessione che propone  Marshall Rosenberg  nel suo libro “Le parole sono finestre (oppure muri)” sono i seguenti:

1. Riconosci i pensieri che ti fanno arrabbiare;

2.  Collegali al bisogno che sta sotto all’emozione della rabbia;

3. A questo punto puoi esprimere ciò che senti. Non sarà più la rabbia ad essere protagonista, ma ciò che dirai riguerderà probabilmente i tuoi bisogni e le tue emozioni.

Non è un meccanismo automatico, siamo abituati a ritenere che la causa della nostra rabbia sia esterna ed è necessario un po’ di allenamento per compiere questo passaggio. Una volta che siamo riusciti a invertire la rotta però potremo davvero “riappropriarci della nostra collera” (come sostiene Luce Irigaray) per trasformarla nella nostra più potente fonte di energia.

Se se interessato al tema della rabbia e vuoi approfondire come viene vissuta questa emozione ai tempi del covid 19 leggi qui https://psicobologna.it/il-virus-della-rabbia/

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