Timidezza e fobia sociale. Se fossi una tartaruga me ne starei dentro il guscio. Suggerimenti della Psicoterapeuta Vanessa Mele

Timidezza e fobia sociale: in cosa sono simili e quali sono le differenze


Timidezza e fobia sociale.
Se stai leggendo questo articolo forse ti ritrovi tra chi (o conosci qualcuno che) è particolarmente impacciato o imbarazzato in situazioni sociali. Magari fatichi a intraprendere una conversazione con persone che non conosci. Oppure, in situazioni sociali, ti capita di arrossire, di sudare un po’, risultare un po’goffo o mostrare un eccessivo pudore nei confronti degli altri.

Niente paura: la timidezza, anche se può essere spiacevole, è un tratto di personalità che permette di vivere una vita normalissima.

Altra cosa è invece il disturbo d’ansia sociale, inserito nel DSM V (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) tra i disturbi d’ansia. Questo è un problema che causa un forte disagio e una notevole sofferenza individuale, oltre che compromettere una o più aree del funzionamento (lavorativa, sociale ecc.)

Come riconosco se sono timido o soffro di fobia sociale?

Ciò che caratterizza maggiormente il disturbo d’ansia sociale è il fatto di evitare totalmente situazioni sociali temute o che si teme possano risultare imbarazzanti. Anche se si avrebbe molta voglia di partecipare e questo, inevitabilmente, oltre a causare un certo isolamento, diventa fonte di grande sofferenza.

Sicuramente molti di noi possono sentirsi un po’ in imbarazzo o preoccupati prima di uscire con persone nuove. Però dopo un po’ di tempo si rilassano e riescono a divertirsi e a godersi la situazione. Se questa paura, invece, impedisce di goderti le cose o addirittura di farle ecco che probabilmente ci troviamo di fronte a una fobia, cioè a un disturbo che può beneficiare di un trattamento.

Ma esiste un continuum tra timidezza e fobia sociale?

Essere timidi non espone a un maggiore rischio di insorgenza del disturbo. È vero che chi soffre di fobia sociale ha dei comportamenti riconducibili alla timidezza, ma solo la metà di chi soffre di questo disturbo riferisce di essere stata timida.

Un’altra differenza fondamentale è che la timidezza è caratterizzata da una scarsa sicurezza sociale; nel disturbo d’ansia sociale la persona mette in atto comportamenti di vero e proprio evitamento delle situazioni temute.

Chi è timido teme di ricevere un giudizio negativo da parte degli altri, ma è capace anche di cogliere i segnali di apprezzamento ed è in grado di avere un buon funzionamento. Chi soffre di fobia sociale, invece, ha pensieri negativi molto più rigidi, che causano molta sofferenza e lo limitano nelle sue attività.

Come si può superare la fobia sociale?

In questo disturbo sono coinvolti pensieri, emozioni e comportamenti, ed è importante agire su tutti questi fronti per aiutare il paziente ad uscirne.

  • Fondamentale è lavorare sul senso di inadeguatezza che può derivare da una bassa autostima (sento di non valere niente) o dal fatto di non sentirsi capaci di affrontare una certa situazione.
  • Importante è anche analizzare la paura del giudizio che solitamente nasconde la paura di essere esclusi o abbandonati: “Se non sono bravo nessuno mi vorrà e rimarrò da solo

Bisogna interrompere questi pensieri che partono in automatico, lavorando sull’accettare di poter sbagliare senza sentirsi in colpa.

Dal punto di vista cognitivo chi soffre di fobia sociale, monitora continuamente il proprio comportamento mentre esegue un compito. In questo modo non si concentra più su ciò che sta facendo, ma comincia a chiedersi se sta andando bene, che impressione sta facendo sugli altri ecc. E’ molto facile che, in questo modo, la performance, in effetti, cali drasticamente, avendo impiegato tutte le energie mentali a disposizione su altro.

Importante è quindi imparare rimanere concentrati sui qui e ora, su ciò che si sta facendo.

È utile lavorare anche sulle aspettative irrazionali. La persona con questo disturbo spesso pensa che non può sbagliare per non essere giudicata negativamente. Oppure che se sbaglia tutti penseranno che è un incapace, è negata, ecc.

Va quindi aiutata a riconoscere la rigidità di questi pensieri e a modificarli, considerando che il proprio valore non dipende in modo esclusivo da come eseguiamo una singola prova.

La fobia sociale è un disturbo complesso. In esso si intrecciano infatti fattori emotivi, comportamentali e cognitivi. Per questo il trattamento più efficace è quello di una terapia seguiti da un professionista esperto.

“Quando si agisce cresce il coraggio, quando si rimanda cresce la paura”.
Publilio Siro Sentenze, I sec. a.c.

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